Cyber War

Stavo provando un nuovo videogioco quando lo schermo ha iniziato a vibrare e lampeggiare. Poi è apparso questo messaggio:

“Che noia!

Vuoi partire per una vera avventura ?

Il tuo computer.

OK

No, non volevo aderire al messaggio perchè sapevo che mi avrebbe coinvolto in varie pubblicità on-line; ma un messaggio con autore il mio computer non mi era mai giunto. Cliccando altrove non scompariva, aspettava solo che io spingessi l’unica scelta presente, “OK”. Ero in ansia, così spensi il computer. Allora accesi la TV e stentai a crederci quando vidi lo stesso messaggio del computer. Con il cuore in gola decisi finalmente di acconsentire al messaggio, e da quel punto si avviò un lungo caricamento, che durò più di una settimana.

A mezzanotte di domenica sera, ero a letto a dormire ma il computer non stava dormendo: stava camminando per il corridoio ! Una volta aperta la mia camera da letto mi pizzicò la spalla destra e mi sussurrò: “Il gioco ha inizio !”.

Una volta svegliato, vidi l’alba sorgere davanti al mare, insieme ad una sabbia cristallina che pareva fosse fatta di diamanti e accarezzava l’oceano delicatamente.Non riuscii a trattenere il pianto per la meraviglia, ma un paesaggio così non era mai esistito nell’orizzonte che osservavo solitamente tutte le mattine. Il computer mi rivolse uno sguardo sarcastico sbuffando e subito cominciò un discorso bizzarro:

“Tutte le persone che ho visto nascere nel gioco si sono commosse, ma questo paesaggio è falso, siamo solo connessi ad un server. Ma non siamo venuti qua solo per contemplare l’oceano, anzi chi non ucciderà gli altri giocatori osserverà per sempre questo orizzonte e non piangerà più per la meraviglia, ma per la tristezza, perchè qui i perdenti giaceranno per sempre !”.

“Prima del tramonto le armi saranno necessarie per iniziare la battaglia e dovremo ritirarle nella bottega. Per noi sarà necessario solo un fucile.”

Mi limitai nel fare domande perchè il PC diceva che all’inizio del gioco  ci sarebbe stato spiegato tutto, ma io ero già pronto per la battaglia. Vidi molti dei miei compagni nascere nella spiaggia mentre il silenzio giaceva nella sabbia e accarezzava la soglia dei defunti della guerra precedente. PC mi disse che per acquistare le armi mi servivano dei soldi e che per prendere dei soldi dovevo trovare l’oro. L’oro si nascondeva nel mare e allora decisi di tuffarmi nell’oceano.

Spostandosi solo di 15 metri vi era già la barriera corallina.I pesci accarezzavano l’acqua nuotando dolcemente e nascondendo la futilità del solito monotono colore azzurro, tipico del mare, con le loro scaglie dorate. I delfini invece bucavano l’acqua a piccoli semicerchi alternandosi con le onde, che fungevano da specchio al sole che a sua volta abbronzava i pesci.

L’oro si trovava nelle scaglie dei pesci che si potevano spezzare facilmente. Fu in quel momento che PC pronunciò una frase che mi commosse:

“Osservate con occhi sfavillanti tutto il mondo che vi circonda, perchè i più grandi dei segreti sono sempre nascosti dove meno ve li aspettate”

(  da “I Minpin”, Roald Dahl )

Arrivò il tramonto  e io e PC ci presentammo con un fucile.Un personaggio spiegò il gioco:

“In questo gioco di guerra bisogna stare attenti a se stessi e al proprio PC. Ci saranno due squadre: l’Apple e la Lenovo. Controllate la marca del vostro PC e tingetevi la faccia di rosso e bianco se il vostro computer è della marca Apple, invece di arancione e verde se è della Lenovo. Se il PC muore il padrone resterà bloccato qua e sul mondo reale sarà mandato un suo clone. Per vincere le squadre devono uccidersi a vicenda. Il gioco inizierà tra mezz’ora.”

Avevo provato vari videogiochi di sparatoria, ma qui avevamo una sola possibilità di vincere o di perdere. L’isola era divisa in quattro parti: la nord sui ghiacci, a est nella foresta pluviale, a sud nella riva del fiume e a ovest, nel bosco di colline.

Io facevo parte della squadra della Lenovo e mi ero nascosto nella parte ovest, sulla collina felice. Noi della Lenovo eravamo pochi rispetto a quelli della Apple, ma comunque avevamo una ottima tattica: avevamo copiato i macedoni e la loro “falange macedone”. Eravamo in diecimila e ci dividemmo in cinque falangi da duemila uomini; vi erano duecento soldati per lato di ogni falange e milleduecento all’interno.

Riuscimmo a conquistare la zona sud senza affanni, perchè i soldati avversari erano più concentrati nel nord e nell’est. Per conquistare la zona nord saltammo un periodo storico e chi schierammo con la testuggine romana. I soldati dell’Apple nella zona nord sparavano dalla curva superiore a quella inferiore, dove noi ci coprivamo il capo con gli scudi e sparavamo dai lati. Per sconfiggere la zona est sacrificammo un soldato molto fedele a noi, che venne ucciso dalle radiazioni della bomba atomica che aveva lanciato sulla zona nord, per sciogliere i ghiacciai e inondare anche la zona est.

Ogni volta che penserò a quel messaggio avrò inciso nella mente quell’apocalisse e la mia sopravvivenza.

The End.

(Scritta da Filippo a 11 anni, in quinta elementare)