Filastrocche e Poesie

Filastrocca

Il sig. Veneroni

 

Al signor Veneroni

piacciono i teneroni.

Di solito indossa una cravatta con i colori di Arlecchino

e quando ce l’ha a pranzo mangia solo il cotechino.

Il signor Venoroni è forte

come una gru che solleva cento mattoni

ma purtroppo non riesce a mettersi i bottoni.

Il signor Veneroni è strambo e matto

come un pagliaccio,

ma non è mai stanco.

 

( scritta da Filippo a 9 anni in 4° Elementare )

 

Filastrocca

Il sig. Giovanni

 

Ha una cravatta gialla come il sole di Giugno;

è bello come il mare di Luglio.

Guarda sempre in alto ed è alto e spensierato

ma attento non è mai stato.

 

( scritta da Filippo a 9 anni in 4° Elementare )

 

 Filastrocca

Mostro Ronzante

 

Ha un cuscino giallo ma non è mai stanco,

ha la faccia tonda e abita in una spelonca,

gli piace giocare all’aperto

ma a basket non ha mai fatto centro.

 

( scritta da Filippo a 9 anni in 4° Elementare )

 

Filastrocca

Tommaso

 

Si chiama Tommaso,

bitorzoluto è il suo naso

è un pagliaccio sbadato

e non crede a niente

se in mezzo non c’è il suo dente.

 

( scritta da Filippo a 9 anni in 4° Elementare )

 

Poesia

Immaginazione Infinita

 

Non si può annusare

ne’ gustare

ne’ toccare

ma silenziosamente guardare.

Non si può descrivere

ha il colore che vuoi

e quel colore si chiama

immaginazione.

 

( scritta da Filippo a 9 anni in 4° Elementare )

Manoscritto originale di queste Filastrocche e Poesie 

Il mago dei bei sogni

A volte mi chiedo perché certa gente deve mostrarsi meno di ciò che è. Perché bisogna prendere in giro delle persone solo per l’invidia che si prova per loro?

Volete degli esempi ? Eccoli.

A scuola devo ogni giorno mandare di nascosto a Giovanni ( il bullo ) il libro dei compiti perché se li copi. Io non trovo giusto che ogni persona debba godere a spese mie solo perché ho la testa ad uovo.

Si, vi sembrerà strano, ma io sono  Lorenzo e sono famoso (purtroppo) per la mia testa ad uovo. Certo si sa, se sei nato con tre puntini sulle guance, capelli a vanvera e occhiali, le scuole medie non sono il posto per te. Credetemi, conosco a memoria le preferenze e io sulla tabelle delle preferenze dei miei compagni di scuola sono all’ultimo posto e, sulle preferenze dei bulli, il contrario.

Ovviamente tutto scorreva ruvido come la carta vetrata, ad un tratto suonò la campanella.  Mentre mi stavo avviando verso casa, passai davanti al ponte e guardai il lago. Notai che sotto di esso c’era una botola, mi sporsi per vedere meglio, ma caddi nel lago. Immerso nell’acqua cercai di aprire la botola e per fortuna era già aperta. Appena entrato in quella che a me sembrava un piccolo rifugio mi tolsi gli occhiali e vidi che la lente destra si era rotta e la sinistra no. Mi strofinai l’occhio destro e mi pulii la lente sinistra. Fu allora che vidi una casetta: era piccola e aveva solo 4 porte. Era decorata con una carta da parati verde e con delle picche,  in giro per la stanza c’erano pergamene e pozioni rovesciate. C’era un tavolo di legno di cedro e il muro era ricoperto da disegni attaccati con lo scotch.

Ad un tratto una delle porte si aprì e uscì uno strano personaggio, quasi un giocattolo. Aveva due mani con guanti bianchi come la vernice e le braccia erano delle molle. Le gambe in realtà erano la gamba. E il corpo era una scatoletta blu con una stella gialla al centro.

Aiuto! Aiuto! Ho la testa intrappolata nel corpo!

Io tentai di aprirla e ad un tratto TATAAA’! Una testa da pagliaccio saltò fuori dalla scatola, mi sembrava quasi un mago che velocemente mi colpì con la sua bacchetta magica.  Di colpo svenni.

Grazie al mago dei bei sogni ebbi un flashback e vidi Giovanni che era piccolo come una formica, tutti lo stavano guardando e lui cercava di scappare da quelle persone che a lui sembravano dei giganti.

Quando mi risvegliai era suonata la campanella e a scuola tutti mi rispettavano e mi trattavano come uno di loro.

Mi affacciai alla finestra e feci un sorriso al cielo.

 

The End.

( Scritto da Filippo a 9 anni, in quarta elementare )

La Maleducazione

C’era una volta, sui colli australiani, un bambino di nome Carlo: era molto educato e passava la maggior parte del suo tempo a disegnare.Un giorno qualcosa di scuro cominciò ad uscire fuori dalla penna e ad espandersi sul foglio: si espandeva sempre di più fino a che ricoprì tutto. Alla fine uno gnomo nero apparve.

“Ma da quando si entra senza bussare?” disse Carlo in modo severo.

“Entro quando lo dico io e comunque eri tu che avresti dovuto disegnare una porta ! Ad ogni modo, come ti chiami ?”

“Mi chiamo Carlo, e tu ?”

Maleducazione

La Maleducazione era un ospite sgarbato, cattivo, ignorante, antipatico, ingombrante. Anche lui era un ragazzo ed aveva una testona pelata, due occhioni, tre puntini sulle guance e un paio di jeans rovinati. E se viene nella tua camera vuol dire che sei il più educato al mondo, ma anche che stai per diventare il più maleducato.

“Vieni con me!” disse la Maleducazione a Carlo.

Lo portò in una specie di bar, sopra c’era un cartello con scritto “Bar privato di Maleducazione”. Maleducazione gli fece bere una bevanda gassata, una certa Coca-Cola (penso che tutti sappiate cos’è!) e Carlo l’apprezzò molto e cominciò a mangiare cibo che non faceva per niente bene, ad esempio: hamburger, patatine fritte…Poi arrivò il momento dei videogiochi.

Carlo passò 7 ore (dopo la scuola) a giocare con i videogiochi e a mangiare schifezze. Finché un giorno mentre giocava, ovviamente con i videogiochi, ad un certo punto venne risucchiato dallo schermo e si trovò davanti al suo migliore amico, Davide. Era anche lui uno dei tanti bambini educati e all’improvviso “puff !! cambiato tutto!!” .

Carlo così scoprì due cose terribili: la prima è quella che più giocava più diventava schiavo della Maleducazione e la seconda è che più perdeva nel videogioco più perdeva la sua educazione.

Un giorno però Maleducazione si dimenticò di mettere la spina del videogioco e Carlo e Davide provarono a scappare però c’erano ancora le Guardie Elettroniche. Erano delle guardie controllori dell’uscita del videogioco Infernale ( come noi abbiamo la Polizia lui ha le Guardie Elettroniche ) che non li facevano scappare.

Carlo ipotizzò che la chiave per scappare fosse fare il contrario. Così lui e Davide cominciarono a comportarsi bene suonando il violino due volte al giorno, lavandosi i denti tre volte al giorno e facendo sempre i compiti subito dopo pranzo.

Così, entro una settimana, la Maleducazione fu sconfitta e tutti i bambini intrappolati dai videogiochi furono liberati e tornarono ad essere educati, a mangiare sano e a non perdere più tempo a giocare con i videogiochi.

The End

(Scritto da Filippo ad 8 anni, in Terza Elementare)

Novità !!!

Il racconto “Amici per la pelle” di Filippo pubblicato sul primo numero della rivista dedicata al mondo dei bambini Via Vai dei Piccoli.  Vai al sito del VIA VAI dei Piccoli I racconti …

Sorgente: Novità !!!