Era martedì pomeriggio, ero seduto sul divano del salotto indeciso su cosa guardare in televisione.
C’erano centinaia di canali ma io sceglievo sempre o Dallas tv o NETFLIX. Su Dallas tv intervistavano un ex-politico che sosteneva che tutti avessero il diritto di possedere un’arma per legittima difesa, il presentatore gli dava ragione e cominciava a fare discorsi sulla politica Americana riguardo alle leggi sulle armi. Invece su NETFLIX era da tempo che volevo vedere la terza stagione di Stranger Things, ma decisi di guardare Dallas tv. Non ricordavo nulla della serata precedente ma appena ho abbassato la testa ho visto droghe di tutti i tipi sparse sul tavolo, mi girava la testa come mai prima.
In cucina il telefono fisso squillava ma non avevo le forze per rispondere così rimasi sul divano in attesa che smettesse di squillare. Ma non smetteva mai di squillare, quella suoneria interminabile che odiavo, un continuo BIP-BIP, tra tutte le suonerie che si potevano scegliere avevano scelto quel fastidioso rumore continuo. Anche in camera da letto suonava il telefono, ma non continuò a suonare come quello in cucina, una volta chiamato avevano lasciato un messaggio vocale di 5 minuti. Era di una adolescente con una voce acuta e da stronza, aveva chiamato perché la figlia della cinquantenne obesa che mi aveva affittato la casa frequentava un corso di cucina e non si era presentata. La televisione era ad alto volume, il telefono in cucina squillava, il telefono in camera da letto dava un messaggio registrato e il cane dei vicini aveva cominciato ad abbaiare. Il cane dei vicini che abbaiava spaventava il bambino di due anni che aveva cominciato a piangere e il mio mal di testa peggiorava. Il mio cervello stava per squagliarsi vivo, il mio cuore batteva piano bastava solo che assumessi un altro po’ di eroina e morivo di overdose. Il mal di testa cominciava a diventare insopportabile, mi alzai dal divano e raggiunsi la cucina: sembravano chilometri su chilometri.
Sul divano c’era una mazza da baseball piena di sangue e frammenti di cranio, continuavo a chiedermi cosa avevo fatto l’altra sera. Afferrai la mazza e guardando il cielo mi misi a urlare per il dolore provocato dalla forte emicrania che mi stava distruggendo il cervello. Corsi come un pazzo omicida verso la cucina e spaccai il telefono con la mazza e successivamente mi misi a calciarlo rompendomi il mignolo. Così oltre all’emicrania, il dolore al cuore mi ero anche rotto il mignolo. Ma continuavo a chiedermi cosa avevo fatto l’altro giorno. La cucina era bianca, c’erano dei mobili dove c’era la pasta e altri cibi da dispensa e un frigo con un milione di lettere e calamite attaccate. C’era una moka con del caffè ormai freddo proprio sopra alla dispensa. Il lavello era pieno d’acqua: piatti, posate e bicchieri che galleggiavano su di esso. O i proprietari erano scappati via di casa oppure io li avevo uccisi, la cosa cominciava a diventare grave.Mi ricordo della prigione, era un posto orribile e per sopravvivere avevo la cittadinanza in almeno 20 paesi. Avevo scelto di non votare proprio perché io ero pacifista, e in carcere la gente prendeva molto sul serio le scelte politiche degli altri. Una cosa da non fare in prigione è tatuarsi un logo politico sulla pelle perché c’era sempre qualcuno contro. Bisognava rimanere neutri come la Svizzera nella seconda guerra mondiale.
Mi diressi verso il lavello e non pensando alle conseguenze immersi la testa dentro. Galleggiavano: bicchieri, posate, piatti e ora anche la mia testa assieme a tutti i suoi pensieri. Ricordo che nel nuoto esiste uno stile chiamato “Il morto” consiste solo nell’abbandonare tutti i pensieri per 10 minuti e lasciarsi trasportare dall’acqua. In quel momento la mia mente giocava a fare lo stile del morto sulla superfice dell’acqua, e io ero da solo senza niente a cui pensare. È triste pensare che per non essere stressati dalle attività quotidiane bisogna infilare la testa sott’acqua come gli struzzi la infilano sulla sabbia. In quel momento avrei voluto che tutti i pensieri che giocavano a fare “I morti” non avessero saputo nuotare in modo che affogassero nel lavello. Allora sarebbe bastato solo alzare il tappo del lavello e tutta l’acqua sarebbe caduta nei tubi dell’acquedotto assieme ai cattivi pensieri che non sapevano nuotare. Sarei potuto rimanere lì per ore, il mio naso era fuori dall’acqua e continuava a respirare.
Su Dallas tv ora c’era la radio e davano la canzone “Shine on your crazy diamond” dei Pink Floyd. Sono sempre stato un grande fan di tutte le canzoni dei Pink Floyd e ho sempre notato che la maggior parte di esse si aprivano con vari rumori di sottofondo di cui anche Shine on your crazy diamond. Intanto il messaggio telefonico era terminato senza che me ne accorgessi. Tirai fuori la testa dall’acqua e mi sentii meglio, lasciai la mazza da baseball in cucina e mi diressi nella camera da letto della ragazzina.
La sua salma giaceva per terra morente, il suo viso pallido non era per niente espressivo e i suoi occhi privi di vita guardavano il soffitto. C’erano frammenti di cranio e sangue ovunque. Intanto il cane dei vicini aveva perso le forze per abbaiare ed il bambino aveva cessato di piangere.La canzone ormai era alla fine, nella porta di ingresso si sentivano il rumore delle chiavi che aprivano la porta. La finestra della camera della ragazza era aperta ed eravamo al quinto piano. La proprietaria era affaticata dopo aver salito tutti i cinque piani con le scale e una volta entrata si fermò a prendere fiato. Esattamente in quel preciso secondo in cui ispirò io mi buttai all’indietro dalla finestra per poter galleggiare in solitudine per sempre.
E ogni secondo che penso alla mia vita penso a quel solo attimo di pace che stavo vivendo con la testa nel lavello. In terra avevo la testa nel lavello e in cielo ho la testa tra le nuvole…